Per chi non sapesse cos’è l’arpa celtica, ecco qui qualche informazione.
Rispetto all’arpa classica ci sono sotanzialmente tre differenze:
- è più piccola;
- non ha i pedali, ma le chiavi (detti lever) con i quali si ottengono i semitoni;
- essendo uno strumento che arriva dal folklore, le sue corde anticamente (ma è possibile trovarne ancora in vendita poiché sono molto comuni) erano di budello di pecora. Oggi le corde in budello sono solitamente sostituite da corde in metallo, nylon o carbonio.
Specialmente nel nord della Francia, in tutto il Regno Unito e, ovviamente, in Irlanda, l’arpa celtica non sparì mai del tutto, nonostante un periodo di declino durato qualche secolo per via del fatto che gli arpisti erano stati messi al bando poiché rei (secondo la corona) di aizzare i popoli contro i regnanti. Durante questo periodo, trovare un vero arpista era davvero raro. Molti furono uccisi e migliaia di arpe furono distrutte. Solo in Galles la tradizione andò avanti ininterrottamente.
Edward Bunting e O’Carolan
Alla la fine del XVIII secolo gli arpisti tradizionali irlandesi erano quasi estinti. Poiché la musica per arpa era sempre stata tramandata oralmente, molto poco di questa musica è stato conservato.Il tentativo più importante per salvare l’antica tradizione arpistica irlandese fu compiuto nel 1792. Al fine di incoraggiare e preservare l’antica tradizione arpistica, fu organizzato un festival a Belfast al quale furono invitati tramite inserzioni sui giornali tutti gli arpisti irlandesi per esibirsi e vincere dei premi in denaro. Solo dieci arpisti, di età compresa tra i 15 e i 97 anni parteciparono.
Gli organizzatori reclutarono un organista diciannovenne di nome Edward Bunting per annotare la musica. Ma, con poche eccezioni, furono annotate solo le melodie e non gli accompagnamenti e purtroppo Bunting, da buon musicista classico, intervenne a piene mani anche nelle melodie. Bunting si entusiasmò a tal punto durante il festival che continuò a raccogliere brani tradizionali per tutta la sua vita, pubblicando tre raccolte, nel 1797, 1809, e 1840.
Il pregio del lavoro di Bunting, paradossalmente non fu tanto quello di raccogliere la musica – che fu come abbiamo detto molto rimaneggiata – ma di aver raccolto moltissime informazioni storiche, tecniche e musicali dagli arpisti. La maggior parte delle melodie di O’Carolan e di altri compositori dell’epoca d’oro dell’arpa irlandese ci sono pervenute proprio grazie all’opera di Bunting.
Senza di lui oggi conosceremmo poco o nulla di questo meraviglioso repertori.
(fonte)
Negli anni ’50 del secolo scorso una donna di nome Denise Mégevand (allieva della celebre arpista classica Lily Laskine) ebbe la curiosità di riavvicinarsi a questo strumento e trasmise la sua passione ad Alan Stivell che fu soprannominato in seguito “Il bardo degli anni Settanta” e che riportò in auge musiche e repertori che erano stati fino a quel momento ignorati dal pubblico giovanile del tempo e disprezzati dagli arpisti classici.
Grazie a loro, la tradizione dell’arpa celtica ha ricominciato a diffondersi in Europa e anche nel resto del mondo e sono nati arpisti del calibro di Myrdhin, Grainne Hambly, Tristan LeGovic, Enrico Euron, Jochen Vogel, Park Stickney e l’italiano Vincenzo Zitello.
Ai giorni nostri, anche l’arpa celtica, seguendo l’esempio di molti altri strumenti, ha la sua versione elettrica che si è diffusa tra le band che suonano in stile Rock e Metal.
Era ora!!! Complimenti